#smartPractice
Le Norme Tecniche per le Costruzioni esprimono il concetto di Vita Nominale, ovvero il numero di anni nei quali la struttura, purché sottoposta a manutenzione ordinaria, deve essere utilizzata per lo scopo a cui è destinata. Per realizzare una struttura con una vita utile per un certo numero di anni, anche i suoi componenti devono possedere requisiti di durabilità. Al fine di poter ottemperare
al concetto di durabilità nel calcestruzzo, il progettista deve valutare le condizioni del sito ove sorgerà la costruzione, fissando le caratteristiche del prodotto da impiegare, il copriferro e le regole di maturazione del calcestruzzo. Le caratteristiche del calcestruzzo sono infatti condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la durabilità della struttura. Per quanto riguarda
il calcestruzzo, il progettista potrà soddisfare la prestazione richiesta in funzione delle condizioni ambientali, facendo utile riferimento alle indicazioni contenute nelle norme UNI EN 206 e UNI 11104. Una volta individuata la condizione ambientale idonea, il progettista dovrà confrontare la resistenza meccanica, derivante dal calcolo strutturale, con la resistenza meccanica minima prevista dalle norme riportanti i riferimenti delle condizioni ambientali, in modo che venga scelta la condizione più severa tra esse. Il calcestruzzo dovrà essere ordinato, quindi, riportando le condizioni previste dalle normative vigenti:
• Conformità alle normative vigenti
• Classe di resistenza a compressione Classe di esposizione
• Dimensione massima dell’aggregato Classe di lavorabilità
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Resistenza | Classe ambientale | Classe MV | Intervallo MV |
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